Per sempre me ne andrò per questi lidi,
tra la sabbia e la schiuma del mare,
L'alta marea cancellerà le mie impronte,
il vento disperderà la schiuma.
ma la spiaggia e il mare dureranno...
In Eterno.
Gibran Kahlil

venerdì 28 dicembre 2012

Forse qualcosa poteva andare meglio


Non era felice.
Non lo era da mesi, ma a volte le capitava che qualcosa andava nel verso giusto. A volte le capitava anche di essere felice, giornate intere nelle quali non pensava a niente. Giornate intere nelle quali passava il tempo con i suoi più cari amici, lontana da casa, lontana dai pensieri terribilmente tristi.
A volte passavano anche più di due giorni, dove il buon giorno si vedeva dal mattino, e la notte dormiva serena. Passavo giorni dove nonostante a casa non andasse bene, nonostante la vita sentimentale e la vita lavorativa andassero a rotoli lei sorrideva. Non sorrideva tanto per fare, come a volte le capitava, ma sorrideva. Le piaceva farlo e rendeva felici quelli che le stavano accanto.
Quei giorni però duravano sempre così poco.  Rivoleva indietro i bei ricordi, ma non sapeva come fare. O forse non rivoleva indietro i ricordi, quelli bene o male riusciva sempre a tenerli in testa. Voleva indietro i momenti. I momenti come quella mattina.
Quella notte-mattina (non si ricordava bene l’orario) era forse stata la più bella, la più bella in 3 mesi. Qualcosa finalmente cominciava ad andare nel verso giusto.
Dormì con lui. Lui voleva dormire con lei, era stato lui a chiederle indirettamente di dormire con lei, e lei era così felice. Il suo profumo caldo, il suo abbraccio tra le coperte morbide, quell’abbraccio così stretto nel quale si sentiva protetta.
I piedi, in gesto intimo si toccavano, le bocche si sfioravano e il respiro, il respiro di entrambi era vicino, forse troppo vicino per essere solo amici. Quell’essere SOLO amici che l’aveva turbata e continuava a farlo.
Quella mattina forse erano stati più di amici, non tanto per gli abbracci per i gesti così intimi e delicati, ma per il gioco di sguardi, il lunghi minuti a guardarsi negli occhi, così vicini.
Erano due bambini, due bambini che giocavano, i morsi, le leccate, le sbavate, i baci. Baci forse un po’ troppo vicini a sfiorare la soglia dell’amicizia. Quell’amicizia turbata da un bacio. Un bacio vero in una notte d’estate, una qualsiasi notte d’estate, dove forse un po’ di alcool in meno avrebbe fatto bene a chiunque. Forse non a lei che nonostante tutto tornerebbe indietro a quella notte per poter rivivere il momento. Il momento in cui aveva ciò che voleva e ciò che voleva era finalmente ciò di cui aveva bisogno.
Non si trattava di una cosa qualsiasi, ma si trattava di Lui.
Lui che la mattina sul divano sotto il sacco a pelo a vedere uno stupido programma prese la sua mano. Senza un motivo. La prese e la stringeva come se volesse dirle qualcosa che lei non avrebbe mai capito. Era amicizia? Era amore?
non lo avrebbe mai capito e sicuramente avrebbe deciso di vivere nell’ignoranza perché qualunque fosse stata la scelta le avrebbe fatto del male.
Ogni sua scelta bella o brutta che fosse le faceva del male. E lei era la prima a procurarselo.
Era innamorata di lui anche se non aveva fatto assolutamente niente affinché succedesse. Era innamorata di lui, di quando parlava in spagnolo dei suoi capelli ricci, dei suoi occhi enormi e scuri, del suo sorriso enorme, e del suo fantastico mezzosorriso che lo faceva apparire ancora più bello. Era innamorata del suo caldo odore, della sua voce rassicurante. Era innamorata di lui non tanto per quello che era, ma tanto per quello che era lei quando stava con lui. Ed era sicura fosse amore.
Questa volta quello vero. Quell’amore che ti spinge a tutto, alle pazzie più grandi, a cedere ad ogni sua preghiera, a renderlo felice in tutti i modi, anche se questo costava la sua felicità.
Dopo la notte del bacio, era sicura che lo avrebbe perso, ma lui le aveva dato una speranza, se solo lei gli avrebbe dimostrato che non c’era niente, allora, forse, lui sarebbe tornato.
Così fece.
Gli dimostrò che non era visto in quel modo, era visto come un fratello. Gli dimostrò che lei poteva vivere anche senza di lui.
Così fece.
Gli mentiva. Gli mentiva spudoratamente. Ma lui era felice, era felice di vederla sorridere.
Lei lo faceva per lui. Stava assieme al suo ragazzo, ragazzo che non amava, per cui non provava niente soltanto per lui. Per loro.
A lei stava bene, lei era disposta a tutto. Era disposta anche a far uscire il suo migliore amico nonché l’amore della sua vita con sua cugina era disposta a renderlo felice spronandolo a provarci con la Cugina e per qualche losco motivo lei sperava che succedesse qualcosa. Forse perché così avrebbe finalmente accettato il fatto che non sarebbe successo niente, forse perché per una volta aveva pensato che fosse giusto che ad essere felice fosse lui. Lei avrebbe potuto rimanergli accanto per tutta la vita in questo modo. Ed era disposta a vederlo con cento altre ragazze, purché fosse stato felice.

                                               Baci                 C. 




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